Pratica del Pranic Healing - chiacchierata di un praticante
tempo fa mi è capitato di raccontare la pratica del pranic healing ad un net-amico.
approfitto
di quella esperienza per ottemperare a quanto promesso tempo addietro:
scrivere "cosa faccio quando pratico il Pranic Healing".
premetto che
le cose sono cambiate, in una maturazione che è dinamica e mi rende
impossibile stigmatizzare una volta per tutte la pratica del pranic
healing.
rimando questa complessa tematica a quando sarò bravo. per il momento...
---
allora,
io sono un pezzettino di universo, che raccoglie in se Forza (prana,
forza vitale, mana... a me piace l'idea di "essenza" con cui traduco il
concetto di forza degli Jedi fantasceintifici).
non è un dono
particolare ma una attenzione prestata con cura ad alcune nostre
capacità che, sentendoci stupidi, tentiamo di ignorare nel più della
vita.
ora, il nostro corpo è in un certo senso, su un certo piano composto di varie vibrazioni.
ogni
chakra "ospita" alcune vibrazioni: viola, verde, blu, arancione,
giallo, rosso - per citare solo quelle che hanno un uso medicale che io
sappia gestire.
---
a proposito, inserisco un link per chiarire quali sono gli undici chalkra maggiori di cui si parla nel Pranic Healing
---
potenziare
una di queste vibrazioni, tramite la volontà, il pensiero, la
respirazione, ed usarla per determinare un effetto (solvente, ustorio,
potenziante, vivificante, disgregante, aggrumante...) sul prana del
paziente, è ciò che faccio.
si usa, nel pranic healing, invocare
l'aiuto del Maestro, degli esseri superori, l'aiuto divino, anche per
tutela del paziente oltre che del terapeuta.
se d'altro canto là fuori c'è un Dio a cui chiedere le cose come se
abitasse fuori da me e fosse quindi altro da me, non mi sembra male
interessarlo alla cura di chi patisce.
Quindi ci si concentra o
si diventa coscienti, tastando
le energie del paziente, arrivando tramite lo scanning a compredenre
dove l'energia sia congesta, dove sia esausta, dove sia diversa da
quella che, nell'esperienza di terapeuta e nello studio di molti testi,
credi sia quella che dovrebbe essere lì dove stai "toccando".
naturalmente
molta parte dell'analisi dovrebbe risiedere nel chiacchierare con il paziente,
conoscerne il quadro clinico e gli aspetti emozionali. il tutto con una
preparazione almeno di base in anatomia, anatomia sottile, modelli
psicologici trattati secondo le dottrine energetiche.
nel momento
in cui si lavora sulle forme pensiero, come vengono chiamate in molte
scuole, il livello di energia che occorre è più raffinato, occorrono
"vibrazioni più elevate" di quelle che un corpo umano "contiene".
al
che, pensando allo scopo che ti prefiggi ci si concentra sulle porte che ti collegano al tuo sé superiore
e di lì all'amore universale deinde all'Essere Supremo, e praticamente gli dici
"guarda, ho rilevato 'sto problema, questo ancora e quest'altro,
prestami questo determinato tipo di vibrazione, che la uso lì".
ora,
lo scopo lo ottieni così: controlli il corpo energetico del paziente,
facendo scanning con le mani. cerchi forme pensiero negative, ogni
chakra ha le sue e le sue modalità di ospitarne. rabbia, frustrazione,
paura, ansia, abbandono, solitudine etc etc. le tocchi con mano. sentito
il problema, lo scopo è lo stato d'animo che è adatto a risolvere il problema. lo susciti in te, cerchi di fare eco con le vibrazioni
universali più alte che sono in sintonia con questo scopo (la
fantomatica energia divina). riversi la tua energia e l'energia "in
risonanza" nell'organo energetico da curare. questo è dettopoco bene...
la
tua intenzione di collegarti a vibrazioni che purifichino a fondo la
sensazione che ricavi dal contatto con le forme pensiero che trovi, o
comunque, senza esagerare con i dettagli, con la Situazione che trovi
nel chakra del paziente, "affratella" la tua emissione energetica a
quella che definivo qui sopra, la sua "eco" superiore. deinde il tuo
riversare energia porta con sé energia di alta vibrazione.
nel momento in cui ti disponi a livelli energetici superiori ai tuoi (e non è che lo fai "per magia"....
lo fai provando delle emozioni elevate, che ti fanno di per sé vibrare
elevatamente, te ne crei una immagine mentale che ti sostiene l'emozione
strada facendo evitando di cadere nel lato egoistico dell'emozione che
provi in quel momento).
![:)](http://img.forumfree.net/html/emoticons/smile.gif)
già la pratica della meditazione dei
cuori gemelli ti permette, dopo poco, di "vedere la luce". ovvero
sgranchisci la ghiandola pineale e apparati vari, che rimettendosi a
funzionare a regime, ti donano delle sensazioni che per brevità vorrei
riassumere in "ti senti uno con tutto" "aumenta la tua precisione nella
percezione delle energie", "(causa della precedente) aumenti il tuo
livello energetico" "in sintesi, vedi la luce".
vederee la luce
perché diventi capace di decrittare i vari veli che hai davanti e
quindi, in un certo senso, disollevarli, è una cosa.
vedere la luce perché hai l'impressione che qualcuno ti metta un dito in testa, è un'altra cosa, e non mi piace.
questo
problema deriva dalla immagine, forma pensiero, di dio che io mi
faccio. abituato ad una divinità sanbguinaria della quale schiere di
folli sono disposti a giurare che si fonda sull'Amore, non mi è stato
facile per un bel po' avvicinarmi ad energie di cui si dice siano
"energie divine", ovvero elargite da Dio.
cosa invoco? invoco
umilmente per la guida divina, l'aiuto divino, la protezine divina e (a
seconda che tu stia per dmeditare o per metterti a "guarire" gente) per
l'illuminazione o per la guarigione divina, per il potere della
guarigione
[...]
grazie, in piena fede.
e poi alla fine dei "giochi" ringrazi i vari aiutatori con la stessa formuletta.
formuletta
che ti mette effettivamente in uno stato d'animo adeguato al lavoro e
che credo in effetti richiami col nominarle e con l'auspicarne il lato
migliore, quelle entità che dicevamo.
---
questo estratto può
forse confonderele idee, perché non è che un pezzo di resoconto di un
praticante agli inizi; più passa il tempo più ciò che mi hanno insegnato
nei primi corsi assume valore e spessore, semplificandomi non poco la
vita. come in molte cose, lo studio fa veramente tanto, e la pratica è
tutto.
a chi invece già conosce il mondo esoterico e delle
pratiche di guarigione, energetiche o spirituali, forse questo racconto
può far sorridere, in modo però da far comprendere meglio di quanto non
abbia reso possibile finora
cosa sia il Pranic Healing
---
seconda parte: il pranic healing e la psicologia.
appurato
(si fa per dire) che abbiamo più corpi, uno fisico, uno eterico, uno
emozionale o astrale, uno mentale "basso" che prosegue differenziandosi
fra sottopiani nei tre sottopiani superiori del mentale detti corpo
causale, possiamo cominciare a sfogliarci Powell per avere una idea di
massima di cosa diamine ho detto in questo paragrafo. proseguo.
le
emozioni e i pensieri sono molto simili: sembra a me di capire che
siano affermazioni, nei corpi emozionale e mentale, di un qualche
pattern che credo nasce dall'incontro fra due poli: l'istanza che è
rappresentata dal corpo causale, e le condizioi a contorno, ovvero la
realtà del corpo fisico. questo flusso con feedback si attorciglia
creando le nostre idee, le nostre emozioni, le nostre sensazioni. noi,
per come ci conosciamo abitualmente.
la causa prima, sostengono
in molti, è immateriale e fondamentalmente esula da ciò su cui è
possibile un lavorare terapeutico. ciò è possibile, difatti non sarà
oggetto della nostra disamina.
ciò che ci interessa, parlando di
psicologia, è vedere come i corpi mentale inferiore e astrale (o
emozionale) siano impastati assieme in maniera molto stretta. tutti i
cori energetici sono impastati assieme... non sono realmente separati, è
una divisione scolastica. eppure, lavorando sull'astrale si lavora
direttamente anche sul mentale. credo sia per questo che le conseguenze
del lavorare sull'astrale vegono spessimo rpesentate come pericolose...
potremmo, lavorando male, modificare il nostro mentale, e il meccanismo
di regolazione potrebbe essere fastidiosamente lento, ingombrante,
persino emotivamente doloroso.
appurato che i chakra esistono,
con differenze che non approfondisco, ad ogni livello (dall'eterico in
"su"), possiamo lavorare a tastare i chakra astrali del paziente.
come
specificato in precedenza, quel che faccio come healer al momento in
cui pratico lo "scan" del corpo energetico del paziente, è caricarmi di
tanta energia, per accrescere la mia sensibilità, dispormi ad una
morbida sensibilità, lasciar fluire l'energia da me, dalle mie mani,
fino a toccare delicatametne il corpo energetico del paziente. a quel
punto, la pratica vera e propria.
chiedo, un po' al Cosmo, un po' a
me, un po' a Master, ma soprattutto all'interrelazione fra me e il
patiente, di lasciarmi sentire l'energia congestionata, le forme
pensiero negative, del paziente.
il lavoro, a questo punto, è quello
di rimuovere, ammorbidire, ciò che di congesto e nefasto trovo,
sostituendo il tutto con "robba bona".
poiché ciò che forma il
pensiero non è tanto la materia, che è la stessa per ciòche è pensiero e
ciò che non lo è, quanto l forma in cui si reifica, la forma che questa
materia prende rendendo sensibile al livello del piano fisico il
pensiero stesso, come dire il tracciato neurale al livello, fisicissimo,
del cervello, ciò che importa non è rimuovre materia malata, quanto
permettere all'energia che fluisce fra i chakra di fluire in modo
armonico e non in odio verso la persona.
questo è, detto semplicemente, la pratica del pranic healing dal punto di vista psicologico.
ci si curano depressioni, dipendenze, "possessioni" e anche il semplice stress.
il
libro di master Choa sulla psicoterapia pranica contiene queste e molte
altre informazioni, è in libreria. la differenza con la frequenza dei
corsi è la "benedizione" che ti consente - direi- di raggiungere
l'energia del maestro con molta facilità, più di quanto non sia
necessario per chi decide di fare da solo.
io alle volte (più di
una, almeno) ho deciso di procedere da solo per prova. complicato, molto
complicato. facile permettere al flusso dell'energia nel paziete di
spostare la tua stessa concentrazione. una fatica immonda, insomma. però
si può fare - il che mi fa felice e più "spensierato" nel chiedere aiuto
a Master: ormai so per prova che è un aiuto, non una deformazione delle
leggi del reale.. tant'è vero che ci faccio cose che sono riuscito anche a fare da solo.
la differenza fra fare da solo e non,
fondamentalmente, è nel giuramento di ippocrate, versione mia: non
torturerò il mio paziente solo perché non ho voglia di attenermi al
protocollo. ![;)](http://img.forumfree.net/html/emoticons/wink.gif)
![;)](http://img.forumfree.net/html/emoticons/wink.gif)
ultima
cosa: la lettura del testo di master Choa permette di approfondire il
discorso con alcuni esempi pratici, alcuni "protocolli" da seguire.
questo permetterebbe - secondo me - a chi già mastica la materia di
farsi un'idea di come si lavori nell'ambito.
atma bella pe' tutti...
N.B.
è
difficile "sistematizzare" la pratica di queste abilità senza cadere
nella pazzia morbida di uno che è convinto che sognando può, per
esempio, far tornare la ragazza amata: come dicevi tu tempo addietro,
bisogna distinguere. potenziare l'aspetto "amore" nella propria vita non
significa "far tornare Lei, proprio Lei", ma se studi fuori da un
percorso di studi definito fai presto a confonderti e a decidere che è
vero quel che piace a te, falso -forse- il resto.
Nessun commento:
Posta un commento